La retinopatia ischemica diabetica è una complicanza del diabete mellito; essa si associa spesso ad emorragie vitreali e/o distacco di retina rappresentando una delle maggiori cause di cecità. L’ipossia è un fattore patogenetico importante della retinopatia diabetica ed è riconducibile sia ad una progressiva obliterazione dei vasi del microcircolo retinico sia a modificazioni della capacità di cessione dell’O2 da parte dell’emoglobina. La retina è uno dei tessuti con il maggior consumo di O2 e ciò rende conto della sofferenza di questo organo se esposto ad ipossia prolungata. Inoltre, l’iperglicemia incrementa la glicolisi anarobia con aumento dellalattacidemia, caduta dei livelli di substrati energetici, aumento della CO2; fenomeni che inducono una tendenza alla vasodilatazione responsabile delle alterazioni microaneurismaticheche caratterizzano la sofferenza retinica nella malattia diabetica.
La trombosi dell’arteria e vena centrale della retina è un processo occlusivo a carico dei vasi retinici caratterizzato da vasospasmo iniziale; occlusione trombotica; edema post-ischemico. Sul piano anatomo-patologico si determinano alterazioni della struttura retinica sia da ipoperfusione che da edema compressivo maculare conseguenti alle occlusioni vasali. I fattori di rischio includono: ipertensione arteriosa; diabete; dislipidemie; anomalie della coagulazione; fumo di sigaretta; etc.
La diagnosi è oftalmoscopica e fluorangiografica.
Nella retinopatia ischemica diabetica l’OTI è in gradi di apportare un miglioramento talora notevole del visiu e della campimetria in fase iniziale di malattia, consentendo inoltre la stabilizzazione delle forme inveterate, per il ripristino della normale ossigenazione tissutale e la regressione delle alterazioni essudative.
Nell’occlusione arteriosa retinica l’OTI è di estrema importanza se attuata con massima tempestività in un paziente che ancora riesce a distinguere la differenza tra luce e buio, laddove si ritenga che sia la compromissione vasospastica responsabile dell’ostruzione vasale, potendosi assistere ad un rapido recupero funzionale; il trattamento va proseguito con l’intento di correggere l’edema post-ischemico che si determina.
Nell’occlusione venosa retinica, il ruolo dell’OTI consiste nel contrastare l’edema vasogenico indotto dall’ipoafflusso ematico e la compressione che esso può determinare sia a livello del vicino vaso arterioso che delle strutture retiniche; anche in questo caso si otterranno risultati tanto più brillanti quanto più precoce è l’instaurazione del trattamento.