Le infezioni dei tessuti molli, causate da germi aerobi o anaerobi e da flora batterica mista, rappresentano un importante problema medico-chirurgico in virtù della loro notevole incidenza peraltro in costante ascesa.
Bakker ha coniato una classificazione di tali infezioni che le distingue in tre tipi:
– cellulite: processo infettivo progressivo che coinvolge la cute ed il sottocute;
– fascite necrotizzante: processo infettivo, generalmente a rapida progressione, localizzato alla porzione superiore della fascia muscolare profonda, con necrosi secondaria della cute e del tessuto sottocutaneo sovrastanti;
– miosite e mio necrosi: caratterizzate da interessamento dei piani muscolari.
Più recentemente la classificazione di Amsterdam ha suddiviso le infezioni dei tessuti molli in:
– gangrena batterica progressiva
– fascite necrotizzante
– miosite e mio necrosi.
L’etiopatogenesi della cellulite e della fascite necrotizzante può essere ricondotta a formazione di un’infezione nei tessuti molli a seguito di traumi cutanei locali, di interventi chirurgici addominali, di iniezioni intramuscolari o endovenose; deficit circolatorio locale; ridotta difesa immunitaria dell’ospite.
Nella cellulite la cute circostante l’area di lesione appare rossa, edematosa e tumefatta, con progressiva necrosi centrifuga di cute e sottocute.
La fascite necrotizzante è caratterizzata da improvviso dolore cui seguono tumefazione, iperemia ed edema; all’iniziale dolore locale fanno seguito parestesie ed anestesie da coinvolgimento dei nervi cutanei. Nella sua evoluzione, l’infezione determina necrosi cutanea con scollamento del tessuto adiacente; l’estensione della necrosi cutanea è inferiore a quella della sottostante fascia muscolare.
Nella miosite e mio necrosi, il quadro clinico si complica per la comparsa di uno stato generalizzato di tossiemia.
La terapia delle infezioni dei tessuti molli prevede un approccio sia medico che chirurgico.
L’impiego dell’OTI nelle infezioni dei tessuti molli si fonda sugli effetti antibatterico e favorente la rigenerazione dei tessuti lesi propri di tale metodica. Nelle celluliti e nelle fasciti si ricorre generalmente a trattamenti bi quotidiani a batimetria elevata (2,6-2,8 ATA) nei primi 2-3 giorni, seguiti da sedute giornaliere a pressione più bassa (2,0-2,2 ATA).