I traumi a carico del midollo spinale includono fondamentalmente:
1- tetraplegia o paraplegia acuta traumatica;
2-incidenti subacquei con danno neurologico midollare (malattia da decompressione o MDD tipo II);
3- ischemia midollare
4- deficit neurologici da lesioni midollari compressive o occupanti spazio (discopatie, tumori).
I due effetti principali dei traumi midollari sono costituiti da:
1- sezione anatomica e compromissione vascolare secondaria a processi a processi di stasi venosa, edema ed ipossia che, se non corretti, determinano necrosi tissutale;
2- perdita funzionale e paralisi al di sotto del livello di lesione.
In particolare, i disturbi sfinterici nei medullolesi vanno ricondotti:
• per la funzione vescicale, ad una lesione midollare a livello delle fibre ortosimpatiche del plesso ipogastrico (L1-L3), con conseguente incontinenza urinaria, o delle fibre parasimpatiche del plesso sacrale (S2-S4), cui consegue ritenzione urinaria;
• per la funzione rettale, a lesione dei centri spinali parasimpatici sacrali (S3-S5) con conseguente incontinenza fecale.
Oltre all’esame neurologico, per la valutazione dei traumi spinali si fa generalmente ricorso a tecniche di imaging (TC; RMN) ed a studu elettrofisiologici (potenziali evocati somatosensoriali spinali o PESS).
La terapia è neurochirurgica e farmacologica.
Il razionale dell’OTI nei traumi del midollo spinale risiede nelle seguenti proprietà della metodica: capacità di indurre la regressione del danno neurologicoin assenza di sezione midollare completa; riduzione dell’ischemia e dell’edema midollari; miglioramento della risposta elettrofisiologica midollare valutata mediante PESS. Inoltre l’OTI si rivela di valido ausilio alla riabilitazione delle lesioni midollari migliorando la capacità di esercizio. In medicina subacquea, la presenza di danno midollare da MDD richiede la ricompressione terapeutica con OTI secondo apposite tabelle di trattamento.