Si tratta di innesti cutanei liberi, lembi peduncolati, lembi applicati su ferite irradiate ed innesti su tessuti non detersi a rischio di necrosi per condizioni di ipossia tissutale.
L’OTI è in grado di correggere l’ipossia dei trapianti cutanei a vascolarizzazione compromessa per incremento della diffusione di O2 dal tessuto perfuso a quello non perfuso con un’efficacia strettamente correlata alla tempestività della sua applicazione; peraltro, la procedura può essere impiegata anche in fase pre-operatoria per migliorare le condizioni di ossigenazione locale dell’area di apposizione dell’innesto cutaneo.